TI SALUTO
(BYE AND BYE, Bob Dylan)
Ti saluto con questo abbraccio muto
Sto seduto sopra un orologio, così non vado fuori tempo
Canto versi zuccherini con rime controvento
Ti saluto in fondo non ti ho perduto
E non c’è verso, dicono che sono diverso
Ma io so su chi poter contare, e chi si fida un po’ di me
Solco le carreggiate calpestandone il pavè
Sarò diverso, ma non mi sono ancora perso
Mi risveglio, mi ripiglio, mi sistemo tutto serio
Non so nemmeno da dove arriva tutto questo desiderio
Barcollo un po’, faccio solo le cose che so
Ipotizzo di aver trovato la vera felicità
Guardando alla tv solo la pubblicità
Barcollo un po’, cercando quello che non ho
Il futuro per me è già qualcosa di passato
Sei stata tu il mio primo amore e sarai l’ultimo - l’ho sognato
Papi è impazzito, mamma è ancora triste
Ti battezzerò nel fuoco che tu non possa più peccare
Stabilirò la mia legge senza dovere più scappare
Ci proverò, un uomo leale e sincero sarò
Canzone di notte
Fa troppo freddo stanotte amore
Perché non ci sei
Non so quante volte
Ti ho voluto e quanto ti vorrei
Mi hanno letto le carte
Per non buttarmi giù
Mi hanno rubato gli occhiali
Ma non mi fregheranno più
Dammi un minuto amore
Che ti voglio dire
Quanta fatica ho fatto
Prima di cominciare
Io mi chiedevo spesso
Quale sarà il mio posto
Ma ho capito adesso
Che amo solo questo
Vola via con me
Vola via con me
Fa troppo freddo stanotte amore
Perchè sei andata via
Grazie che non m’hai detto
Che e' stata colpa mia
Mi hai lasciato da solo
Con il tuo profumo
E qualche piega ostinata
Sopra il mio cuscino
Questa strada e' in salita amore
E non finisce mai
E se fosse lunga una vita
Continuerò a salire sai
E di andare incontro al vento
Non avrò paura
Mollare proprio adesso
sarebbe troppo dura
Vola via con me
Vola via con me
CANZONE DEGLI OPERAI # 2
(WORKINGMAN’S BLUES # 2, Bob Dylan)
SI E’ ALZATA LA NEBBIA SOPRA LA CITTA’
C’E’ UNA STELLA SULLA COLLINA
IL PROLETARIATO SEMPRE MENO AVRA’
IL DENARO VALE MENO DI PRIMA
E’ SOLO UN RICORDO IL POSTO CHE AMI DI PIU’
ORA CAMMINI LUNGO UN NUOVO SENTIERO
LO STIPENDIO VA SEMPRE PIU’ GIU’
SARAI COMPETITIVO DAVVERO?
HO PORTATO IN SOFFITTA LE MIE ARMI CRUDELI
VIENI QUI VICINO A ME
SEI PIU’ PREZIOSA DI ME STESSO, NON CREDI
NON RIESCI A VEDERLO DA TE?
STO ASCOLTANDO IL RUMORE LONTANO DEL TRENO
CON GLI OCCHI CHIUSI QUI A CASA MIA
CERCO DI TENERE LA FAME A FRENO
E SPERO CHE POI VADA VIA
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
VADO CONTRO CORRENTE, PRONTO PER PESCARE
SCOSSO DALLE ONDE E DAL VENTO
SUL MURO IN ALTO LI VORREI INCOLLARE
O VENDERLI A CHI NON E’ CONTENTO
LA MIA ANIMA SI NUTRE DI PENSIERI
E CI DORMO SOPRA TUTTO IL GIORNO
A VOLTE NESSUNO VUOLE IL PANE DI IERI
A VOLTE SEI TU CHE NON APRI IL FORNO
ORA IL POSTO E’ CIRCONDATO DAI NEMICI
SONO TUTTI UN PO’ SORDI E IMPACCIATI
NESSUN UOMO O DONNA, NESSUNO TI DICE
SE IL DOLORE CI SORPRENDE ABBRACCIATI
E’ BUIO E IO SENTO IL RICHIAMO DEL GUFO
CONOSCO IL RESPIRO DI CHI AMA
DORMO IN CUCINA QUANDO SONO STUFO
IL SONNO E’ UNA MORTE RUFFIANA
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
MI HAN BRUCIATO IL GRANAIO, RUBATO IL CAVALLO
NON RIESCO A RISPARMIARE UNA MAZZA
DEVO STARE ATTENTO, NON VOGLIO FARE IL POLLO
RISTAMPANDO LA SOLITA BOZZA
IO LO VEDO DA ME CHE IL SOLE E’ AL TRAMONTO
VORREI ANCORA GUARDARLO CON TE
MA DIMMI, MI SBAGLIO O MI STAI DICENDO
CHE TU NON VUOI PIU’ STARE CON ME?
SI PREOCCUPA, SI AFFRETTA, METTE AGITAZIONE
CONFONDE LA NOTTE ED IL GIORNO
DIMENTICHERO’ QUESTA CANZONE
MA MAI LE TUE MANI E IL TUO SGUARDO
MI SONO AGGRAPPATO AL RICORDO DI TE
FERITO DALLE TUE PAROLE
DOVRO’ COMUNQUE PENSARE ANCHE A ME
E’ TUTTO VERO, COM’E’ VERO IL SOLE
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
E’ IN TE, AMICA MIA, CHE NON TROVO DIFETTO
GUARDAMI NEGLI OCCHI PER FAVORE
NESSUNO HA MAI DETTO
CHE POSSIAMO EVITARE IL DOLORE
NELLA PACE DEL CAMPOSANTO
LORO TI CALERANNO
DIMENTICHERANNO IL TUO CANTO
E’ PROPRIO COSI’, PROPRIO COSI’ FARANNO
NON C’ENTRA LA SFORTUNA, SONO TRISTE E BLU
MA CI SARA’ UNA CIRCOSTANZA
SONO SOLO E VORREI CHE TU
MI POTESSI INSEGNARE UNA DANZA
HO UN VESTITO NUOVO E UNA MOGLIE NUOVA
VIVO DI RISO E FAGIOLI
C’E’ CHI NON HA LAVORATO UNA GIORNATA SOLA
E NON SA I PROBLEMI DEI LAVORATORI
CI VEDIAMO GIU’ A VALLE, TU NON FARE TARDI
SCARPE E STIVALI MI PORTERAI
TI PUOI ARRENDERE O LOTTARE CONTRO I BASTARDI
CANTANDO ANCORA QUALCHE CANZONE DEGLI OPERAI
VERSIONE 2021
1. Si è alzata la nebbia sopra la città
C’è una stella sulla collina
E una casa il proletario ha trovato là
Dove il denaro vale meno di prima
E’ un ricordo il luogo che ami di più
Stai percorrendo un altro sentiero
Il tuo salario va sempre più giù
Il tuo futuro sempre più nero
Ascolti il rumore lontano del treno
Con gli occhi chiusi a casa tua
Cerchi di tenere la paura a freno
E speri che poi vada via
Hai portato in soffitta le tue armi leali
Lei è qui vicino a te
E’ più preziosa di te stesso non credi
Riesci a capire perché?
Ci vediamo giù in piazza, tu non fare tardi
Scarpe e stivali mi porterai
Non ti arrendere mai anche se sai che perdi
Cantami ancora questo blues degli operai
La tua anima si nutre di pensieri
E ci dormi sopra tutto il giorno
Nessuno mangia più il pane di ieri
E poi ti hanno chiuso il forno
Nella notte senti il richiamo del gufo
E il respiro di chi ti ama
Con la nuca ti appoggi al muro di tufo
Nel sonno la morte è vicina
Nuoti contro corrente, non ti fai catturare
Scosso dalle onde e dal vento
Al muro li vorresti inchiodare
Ma hai pochi amici e loro sono in cento
Ora la valle è occupata dai nemici
Sono tutti avviliti e scocciati
Ci saranno al mondo persone felici?
Solo il dolore ci tiene abbracciati?
Ci vediamo giù in piazza, tu non fare tardi
Scarpe e stivali mi porterai
Non ti arrendere mai anche se sai che perdi
Cantami ancora questo blues degli operai
Ti hanno bruciato il granaio, rubato il cavallo
Non riesci a risparmiare una lira
E per chi suona il violoncello
Devi pensare a un’altra partitura
Il sole è ormai al tramonto
La notte è l’arma degli dei
E qualcuno l’altro giorno ti ha scritto
Che non puoi più passarla con lei
Ti preoccupi, ti affretti, vivi in agitazione
Confondi la notte ed il giorno
Potrai dimenticare questa canzone
Ma mai le sue mani e il suo sguardo
Sei aggrappato al ricordo di lei
Trafitto dalle sue parole
Finalmente hai capito chi sei
Camminerai ancora sotto il sole
Ci vediamo giù in piazza, tu non fare tardi
Scarpe e stivali mi porterai
Non ti arrendere mai anche se sai che perdi
Cantami ancora questo blues degli operai
Sono buono e pulito, ho una giacca nuova
Vivo di riso e fagioli
C’è gente che lavora mezz’ora
Sulla pelle dei lavoratori
Nella pace della luce e del vento
Prima o poi tutti finiremo
Chi ricorderà del tuo canto?
È così che ce ne andremo?
La sfortuna non esiste, sono triste e blu
Ci sarà una circostanza
Sono solo e vorrei che tu
Mi potessi insegnare una danza
In te amica mia, non trovo difetto
Ti guarderei negli occhi per ore
Fammi sapere se qualcuno ti ha detto
Che possiamo evitare il dolore
Ci vediamo giù in piazza, tu non fare tardi
Scarpe e stivali mi porterai
Non ti arrendere mai anche se sai che perdi
Cantami ancora questo blues degli operai
TIMAVO
(MISSISSIPPI, Bob Dylan)
Ogni giorno che passa è un pezzo di strada
E hai le ore contate comunque vada;
sembra un tempo immobile quello nel quale mi affanno
nella mia scatola di vetro ho passato un altro anno
Questo posto è una giungla con tanti giochi da provare
Io vivo intrappolato ma tento ancora di scappare
sono cresciuto nei campi e lavoro in città
annaspando in un mare di guai da quando mi sono fermato qua
Non ho niente da darti, del resto non ho niente per me
Niente per cui schierarsi, forse capisci il perché
Il cielo è infuocato e il dolore scende giù
Non mi vendere niente non provarci almeno tu
La mia forza di espressione e la mia fantasia
Non ti rendono giustizia non c’è ragione non c’è poesia
Una cosa soltanto è quella che ho sbagliato
Tuffarmi nel Timavo e non averlo attraversato
Il demonio è per la strada il mulo è nella mangiatoia
Puoi dire quello che vuoi che tutto il resto è noia
Stavo pensando alle parole che Rosa aveva detto
e vagheggiavo di dormire qualche volta nel suo letto
cammino tra le foglie cadute dal querceto
mi sento uno straniero che nessuno ha conosciuto
quante sono le case che non abbiamo costruito
lo so che ti dispiace e anch’io sono pentito
La gente a volte ti offre la mano altre volte no
Ieri sera ti capivo ma stasera non lo so
Dammi qualcosa di forte per distrarre la mia mente
Ti guarderò finchè i miei occhi ti vedranno veramente
Sono arrivato qua con la freccia del sud
Attraversando le montagne che amavi tanto tu
Una cosa soltanto è quella che ho sbagliato
Tuffarmi nel Timavo e non averlo attraversato
La mia nave ormai è a pezzi e sta affondando veloce
Sono sepolto nel veleno e il mio futuro è una croce
Ma il mio cuore non è stanco, è libero e leggero
Ho solo affetto per chi naviga con me sopra questo mare scuro
Tutti sono in movimento se non sono già arrivati
Tutti per forza in movimento per non essere arrestati
stai con me amore stai con me comunque
Adesso che le cose iniziano ad arrivare al dunque
Ho i vestiti bagnati mi stringono la pelle
Stretti come gli angoli delle mie diverse celle
La fortuna prima o poi mi farà una cortesia
Allora dammi la mano dimmi che sei ancora mia
Il vuoto è infinito, freddo come l’argilla
Ma un fuoco non lo spegni se lasci accesa la scintilla
Una cosa soltanto è quella che ho sbaglia
Tuffarmi nel Timavo e non averlo attraversato
XE FINIA L’ISTA’
(SUMMER DAYS, Bob Dylan)
THE ULTIMATE VERNACULAR SUMMER ROCK’N’ROLL
Finalmente xe rivà l’istà
Finalmente xe rivà l’istà
Ti te si ‘ndà via e mi so oncora qua
Go na casa in coina e n’altra in riva al mar
Go na casa in coina e ghe ne go n’altra in riva al mar
E na morosa rossa rissa a go trovà vissin Negrar
E adesso alsa el biciere cantemo tuti viva el leon
E adesso alsa el biciere cantemo tuti viva el leon
E dopo salta sora a toea e faghe un brindisi al campion
So drìo guidare 'na Ferari dr'o 'na carezà
E tuti che me dize “Ti te sì sonà!”
Go dieze franchi de mona, so pien de monea
Go scrito venti canson e me impeno coa motorea
El caigo xe fisso no se vede gnanca un lampion
El caigo xe fisso no se vede gnanca a luce de un lampion
Sarà mejo che me taja i cavei e che me cata un paron
Ghe xe e campane che sona ma el coro xe stonà
Ghe xe e campane che sona ma el coro xe stonà
Queo che de giorno xe bruto de note poe cambiar
Ti te me vardi nei oci e te me ciapi na man
Ti te me vardi nei oci e te me caressi na man
Mi te vardo atentamente, no te si miga na nostra fan
Da dove xe che te vien, dove che te ve’?
Te ghe messo massa sucaro sol me caffè
So sta coa schina al soe e so tuto blocà
Sparame al cuore n’altra volta o dame n’altra marteà
Go oto carburatori e i uso tuti quanti
Go oto carburatori e – fioi - i uso tuti quanti
Ma a benzina costa massa tra un fià no vago pi vanti
Xe drìo sbajare i me cani, ghe xe qualcuno in giardin
Xe drìo sbajare i me cani, ghe xe qualcuno in giardin
Ti no sta verzare a nessuno gnanca se sona el postin
Gheto calcossa da dire? Parla adesso se no va via
Gheto calcossa da dire? Parla adesso se no va via
Se te voi informassion va a domandarghee aea poissia
El ministro fa gioghin a matina in spiaja
Ma nol voe farse ciapare parchè el xe un canaja
Eori si che i xe bravi a iveare el to conto corente
Ma se i vedesse come che vive tanta zente…..
So in moeca fin aea vita prima o dopo vegno su
So in moeca fin aea vita prima o dopo vegno su
Se no ritrovo a to ciave me farò un passpartù
Go deciso mi parto apena che fa ciaro doman
Go deciso mi parto apena che fa ciaro doman
Se te voi che se vedemo passa un giorno pa Mojan
Finalmente xe finìa l’istà
Finalmente xe finìa l’istà
Mi sì che so partìo, ti no, te resti qua
Jolene – Martina – Romina – Corrina – Rosina – Carina – Stellina - Giuseppina -……
(Jolene, Bob Dylan)
Stai scendendo lungo il viale, cammini nel sole I
Risorgono i defunti, chi è il pazzo che non ti vuole?
Martina, Martina, baby, io sono il re e tu sei la regina IV I V IV I
Beh, la strada è molto lunga, non finisce mai
Non è un sabato qualunque, so che ritornerai
Supero il confine, dormo sotto casa tua
Forse non lo sai, ma un giorno sarai mia
Martina, Martina, baby, io sono il re e tu sei la regina
Tengo le mani in tasca, mi muovo lentamente
La gente crede di sapere, ma non ha capito niente
Sei qualcosa di stupendo, sto giocando la mia partita
Non dirmi che l’ho persa finchè non sarà finita
Martina, Martina, baby, io sono il re e tu sei la regina
Beh, la strada è troppo dura, ne ho abbastanza
Tu non mi puoi cercare, sto nascosto in questa stanza
Quegli occhi grandi e neri, hanno acceso la scintilla
Ogni volta che mi baci, il cuore mi fibrilla
Martina, Martina, baby, io sono il re e tu sei la regina
Dignità
(Dignity, Bob Dylan)
Un gorilla che cerca nella lama di un pugnale,
un vecchio che cerca nel suo ultimo boccale,
un uomo che cerca sulla riva di un canale
cercano dignità
Un vecchio saggio che cerca in mezzo al prato
un ragazzo che cerca tra le pieghe del suo passato
un poveretto che cerca di passare inosservato
cercano dignità
C’è stato un omicidio l’ultimo giorno dell’anno
la dignità è stata la prima a scappare tutti quanti lo sanno
ho girato le province, città e periferie –
se non hai le tue risposte non sentire le mie
Ho cercato dovunque per trovare la chiave
dovevo cercare ma non sapevo dove
nemmeno la polizia ha mai avuto le prove
Dove sei dignità
Un cieco uscito dal buio della sua stanza
fruga le sue tasche e trova un pò di speranza
sogna di incontrare almeno in una circostanza
un pò di dignità
sabato scorso al matrimonio di Renè
lei mi ha detto non voglio che nessuno parli con te
ha detto che sarà uccisa se mi dirà chi è
che ruba dignità
ho abitato vicino agli avvoltoi
avrei potuto volare con loro ma sono fatti miei
ho ascoltato gli angeli e la lingua dei pigmei
che c’è di più strano non saprei
il vento sferza come un rasoio
case abbandonate, mutuo mattatoio
starò alla finestra, chiederò al notaio
Hai visto dignità?
un uomo in preda alle allucinazioni
in una stanza affollata piena di specchi e bottoni
si guarda indietro non ricorda canzoni
sulla dignità
e il principe filippo dopo che avrò suonato
mi darà informazioni in cambio dell’anonimato
voleva dei soldi per dirmi chi ha abusato
della dignità
impronte si inseguono sulla sabbia d’argento
passi che corrono sulla terra del vento
sono i figli del buio i figli della luce
ai confini della disperazione
non ho posti da nascondermi,
non ho il giaccone,
scendo il torrente su questo bizzarro barcone
cercando di prendere qualche informazione
sulla dignità
un malato cerca da solo la cura
guarda le sue mani e si ricorda com’era
ogni capolavoro della letteratura
sulla dignità
Un inglese stranito a volto coperto
ha i capelli all’indietro e un futuro incerto
prepara i colpi con fare esperto
contro la dignità
mi mostri una foto e mi fai ridacchiare
la dignità non la puoi fotografare
stasera ho visto la valle dei sogni infranti
li abbiamo portati lì tutti quanti
Davanti casa tua
(Standing in the doorway, Bob Dylan)
In questa notte d’estate me ne vado in giro
il jukebox di quel bar funziona ancora
Ieri tutto andava troppo veloce
Oggi non si può correre come allora
Non c’è più un posto dove andare
E nemmeno ponti da bruciare
Non so se ti vedessi, baciarti o ucciderti
E’ probabile che per te sia lo stesso
Mi hai lasciato piangere davanti casa tua
Non so più dov’è il mio posto adesso
Le stelle stanotte stanno diventando rosse
E la luce qui dentro è troppo bianca
Mi sta accerchiando un mal di testa
C’è troppa gente che ride e tutto questo mi stanca
Suono un po’ la mia chitarra
Fumo un sigaro da Gibilterra
Il fantasma del tuo vecchio amore non se n’è andato
E non so quando se ne andrà
Mi hai lasciato piangere davanti casa tua
La luna non mi scalderà
Forse mi prenderanno, forse no
Non stasera e non messo così
Ci sono cose che potrei dire ma preferisco di no
So che la grazia di Dio non può che essere qui
Ho preso un treno a notte fonda
Fuggo da questa baraonda
Sarei un pazzo se ti volessi ancora
Non ci sono regole da osservare
Mi hai lasciato piangere davanti casa tua
Sono un relitto in mezzo al mare
Quando le ombre della sera si allungano
Amico, fermati un pò
Ascolta le campane come suonano
Mi chiedo per chi suonano, non lo so
So solo che sarà una sconfitta
E andrò al tappeto dopo la prima botta
Ieri sera ho ballato con una straniera
E lei mi ricordava solo che tu eri quella giusta
Mi hai lasciato piangere davanti casa tua
Chissà se l’avrai fatto apposta
Mangerò se avrò fame, berrò se avrò sete
Vivrò la mia vita in faccia al vento
E se mi cadono addosso i pezzi del mio viso
So che ci sarà qualcuno in quel momento
Vorrà pur dire qualcosa
Il profumo di questa rosa
Non si guadagna niente da una spiegazione
Non c’è altro da dire non è stata una festa
Mi hai lasciato piangere davanti casa tua
Sento che sta per scoppiarmi la testa
Stella cadente
(Shooting Star, Bob Dylan)
Ho visto cadere una stella
E ho pensato a te
Cercavi di andare lontano qualunque posto lontano da me
E mi sono fermato a pensare che ce l’hai fatta perché
Ho visto cadere una stella e ho pensato a te
Ho visto cadere una stella
E ho pensato a me
sono sempre io o sono quello che tu ti illudevi fossi io
Ho sbagliato a dare i voti ho superato il confine che avevi fissato per me
Ho visto cadere una stella e ho pensato a te
C’è un motore che suona, una campana che stona, i pompieri dell’inferno, la gente che prega
E’ l’ultima tentazione l’ultimo racconto, l’ultimo sermone, l’ultima radio, l’ultima canzone
Ho visto cadere una stella, ne ho guardato la scia
era bello pensare che tu eri stata un poco anche mia
Ma forse è tardi per dirti le cose che vuoi sentire prima di andare via
Ho visto cadere una stella, ma è già scivolata via
Rimini ramename
D C G Bb
‘naltra settimana e vago in ferie anca mi
grassie al prestito de me mama te go invità anca ti
go fato un fià de acquisti quatro boxer un par de ociai
chissà se a Rimini i ga za visti i xe proprio originai
go prenotà da sabo a sabo stemo ben a meza pension
l’importante ze impinisse aea matina a coeassion
vojo assame ndare paroni là no ghe ne go
e no sta domandarme l’ora che tanto l’ora no ea go
Rimini ramename
Rimini ramename
Rimini xe un sogno che xe deventa realtà
Xe do mesi che lavoro e chissà se ‘a durarà
El capo me ga dito de tornare el 23
“no sta miga preoccuparte che el stipendio te o ciaparè”
Rimini ramename
Rimini ramename
El capo xe un bel dritto, ma a paroea sua a mantien
E po’ el me anca ga dito che ndarà tuto finire ben
Se stemo boni e sitti, sensa fare obiession
Co’ verxe veneto sity el porta là el so capannon
Rimini ramename
Rimini ramename
Mi me vojo divertire e pensieri no ghe ne go
No riesso a preocuparme grassie ai spriss che me farò
Partimo mi e ti coa to Peugeot 106
Te pago mì a benzina apena che go tirà i schei
Rimini ramename
Rimini ramename
Rimini ramename
Rimini ramename
Più saggio
Mio fratello è un ragazzo tranquillo si comporta bene
Risponde sempre presente all’appello pensa che gli conviene
Sta lavorando da almeno vent’anni nasconde i soldi e il coraggio
Mio fratello non potrebbe cambiare diventare più saggio?
Mia sorella va a fare la spesa torna con un sacchetto
E infila zucchero e caramelle proprio ai piedi del letto
Sta cercando un ombrello per difendersi dalla pioggia
Mia sorella non potrebbe cambiare diventare più saggia?
Sulla chiesa e sul mio paese rimango dubbioso
sarò io che ho troppe pretese sarò presuntuoso
i loro credo e le loro certezze sembrano miraggi
la chiesa e il mio paese diventeranno più saggi?
Mi piacciono gli alberi, il sole, i colori e le stelle
Solo Dio può accenderle tutte o aggiungerne altre
E chi ha già in mano il potere odia l’idea del pareggio
Un bosco, la luce, non può diventare più saggio
Non mi piace questo mondo che corre che corre di schiena
Se ti fermi solo per un momento non c’è nessuno che frena
E ti investono e scappano a casa fanno anche di peggio
Questo mondo non potrebbe cambiare diventare più saggio?
Anch’io vorrei cambiare diventare più saggio
CANZONE DI UNA STORIA
Su questo foglio bianco
C'e' scritta la mia storia
La voglio raccontare
Anche se non è seria
La prima strofa e' il sogno
Di ogni ragazzino
I tuoi amici, un prato, era uno stadio pieno
E poi tornando a casa
Ho incontrato un uomo
Mi ha detto stai attento
Ti devi dare un freno
Tu credi davvero
Non puoi andare avanti cosi
Domani e' vicino
Non ci sara' più posto per te qui
Un'altra strofa ho inciso
E' questa cicatrice
Ho inciso la mia pelle
Ricorda la mia croce
Ognuno ha la sua voce
Per parlare con dio
ma se non sai ascoltare
Sarai presto al posto mio
Io credo davvero
Non posso continuare cosi
Domani e' lontano
E io che ci sto a fare qui
L'ultima strofa e' un volo
Sopra una nuova città
Ho visto un mondo nuovo
Si chiama realtà
Sono atterrato ieri
E ho già tanto da fare
Poco spazio ai pensieri
C'e' molto da lavorare
Ci credi davvero
Andare avanti solo cosi
Sei forte sincero
La storia ricomincia da qui
CALCOSSA CAPITARA'
A F#m Bm E4
Vardo el mondo da qua sotto
e no ghe capisso gnente
quando te vedo rivare
taco fare el deficiente
A F#m E4 A
turn around: D A E
calcossa capitarà
e un bel toco de giornata xe passà
quante robe in comune
gavemo el stesso obietivo
ma mi no go tanta passiensa
pa deventare to amigo
calcossa capitarà
e tre quarti de giornada xe passà
eora vivare sensa amore
anca se el xe un fià orbo
impinissi el trolli novo
setto dove che te porto
calcossa capitarà
e tre quarti de giornada xe passà
eora cossa serve i to sogni
se te ghe de mejo da fare
i sogni no i funsiona ben
anca quando che i se poe avverare
ti te si un bijoux
ti te incendi na città
go perso ea caponara
calcossa capitarà
e tre quarti de giornata xe passà
scolto francesco guccini
e lezo paulo coeo
qualcuno staltro giorno ga dito
che go na voze da puteo
tuti quanti ga i schei
fassemo un selfi mettete in posa
tuti xe pieni de fiori
e mi no go gnanca na rosa
calcossa capitarà
e tre quarti de giornata xe passà
Qualcosa capiterà
Guardo il mondo da qua sotto A F#m Bm E4 turn around: D A E
e non ci capisco niente
ma poi quando ti vedo arrivare
comincio a fare il deficiente
qualcosa capiterà
e un bel pezzo di giornata se ne va
Abbiamo tante cose in comune
ma non abbiamo le stesse radici
ed io non ho molta pazienza
non possiamo rimanere amici
qualcosa capiterà
e un bel pezzo di giornata se ne va
Prova a vivere senza amore
e diventerai un tipo esperto
ma è come partire con un trolley nuovo
e dimenticare il passaporto
qualcosa capiterà
e un bel pezzo di giornata se ne va
BRIDGE: E allora dimmi a cosa servono i sogni
quando hai sempre di meglio da fare
i sogni non funzionano mai
quando pensi di poterli toccare
tu sei una mannequin
e il tuo profumo è religione
ho perso il navigatore
whatsappami la tua posizione
qualcosa capiterà
e un bel pezzo di giornata se ne va
io sì che ascolto francesco guccini
e leggo valentina d'urbano
qualcuno l'altro ieri mi ha detto
che a volte sembro un po' villano
tutti hanno denari
facciamo un selfie mettiti in posa
tutti sono pieni di fiori
ed io non ho nemmeno una rosa
qualcosa capiterà
e un bel pezzo di giornata se ne va
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